VITA DA LEGIONARIO

ADDESTRAMENTO:

La recluta, aspirante legionario (tiro), era addestrata al combattimento con uno scudo di vimini ed un gladio di legno (rudis), che pesavano circa il doppio di quelli veri.

Nel campo venivano collocati pali robusti di legno alti quanto un uomo. L’ allenamento consisteva nell’ attaccare il palo con il rudis e a proteggersi con lo scudo. Si imparava a colpire di punta, tenendo la spada nascosta dietro lo scudo, entrando nella guardia dell’ avversario. I bersagli principali erano l’ addome, le parti basse e le gambe dell’ avversario. Non veniva insegnato a colpire di taglio o con larghi fendenti, come solevano fare i barbari, per evitare di scoprire parti vulnerabili, come il fianco ed il braccio destro. Anche lo scudo veniva talvolta usato come arma, per colpire l’ avversario al volto.

SALARIO:

L’origine etimologica del ‘salario’ e l’oro bianco. … ‘Salario’ deriva da sale, o meglio dall’unione del lessema latino sàl (sale) con la desinenza -arium indicante attinenza. Il termine risale dalla antica usanza di pagare i soldati romani con una certa quantità del prezioso minerale. Augusto riordinò l’intero sistema di difese dei confini imperiali, acquartierando in modo permanente legioni e auxilia in fortezze e forti lungo il limes. Portò ordine nell’amministrazione finanziaria dello Stato romano, attribuendo un salario e una gratifica di congedo a tutti i soldati dell’esercito imperiale (sia ai legionari che agli ausiliari) con la creazione di un aerarium militare. Con riferimento alle truppe ausiliarie Augusto offrì loro una paga quadrimestrale ed un equipaggiamento uniforme, pari a circa i 1/3 di quanto percepiva un legionario (che riceveva 225 denari annui), vale a dire attorno ai 75 denari annui. Un centurione percepiva circa 375 denari annui. Il premio finale al momento del congedo, quasi fosse una forma di liquidazione moderna, era per i legionari pari a 3.000 denari, mentre ai pretoriani erano donati ben 5.000 denari. Se dovessimo fare un parallelo un centurione guadagnava circa 700 euro al mese.

DIETA:

Uno degli aspetti meglio conosciuti della vita dei soldati romani era la loro dieta grazie alle note contenute nella Historia Augusta. Capisaldi della loro alimentazione erano certamente il grano e i legumi, al quale si aggiungevano saltuariamente le carni, soprattutto suine, per lo più essicate se consumate durante le campagne oppure sotto forma di lardo. Altra cosa importante era la posca (acqua e aceto), una bevanda estremamente dissetante. L’aceto in questo caso poteva svolgere anche una lieve funzione disinfettante essendo l’acqua conservata in recipienti poco igienici. Il soldato designato in guarnigioni stanziali poteva permettersi anche qualche lusso alimentare: in particolare gli preferiva alimenti sotto sale, condimenti come il garum e salumi. Gli scavi archeologici confermano che i militari romani che soggiornavano a lungo presso i forti consumavano grandi quantità di carne soprattutto ovine e caprine.

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Vita da
legionario

ADDESTRAMENTO:

La recluta, aspirante legionario (tiro), era addestrata al combattimento con uno scudo di vimini ed un gladio di legno (rudis), che pesavano circa il doppio di quelli veri. Nel campo venivano collocati pali robusti di legno alti quanto un uomo. L’ allenamento consisteva nell’ attaccare il palo con il rudis e a proteggersi con lo scudo. Si imparava a colpire di punta, tenendo la spada nascosta dietro lo scudo, entrando nella guardia dell’ avversario. I bersagli principali erano l’ addome, le parti basse e le gambe dell’ avversario. Non veniva insegnato a colpire di taglio o con larghi fendenti, come solevano fare i barbari, per evitare di scoprire parti vulnerabili, come il fianco ed il braccio destro. Anche lo scudo veniva talvolta usato come arma, per colpire l’ avversario al volto.

SALARIO:

L’origine etimologica del ‘salario’ e l’oro bianco. … ‘Salario’ deriva da sale, o meglio dall’unione del lessema latino sàl (sale) con la desinenza -arium indicante attinenza. Il termine risale dalla antica usanza di pagare i soldati romani con una certa quantità del prezioso minerale.
Augusto riordinò l’intero sistema di difese dei confini imperiali, acquartierando in modo permanente legioni e auxilia in fortezze e forti lungo il limes. Portò ordine nell’amministrazione finanziaria dello Stato romano, attribuendo un salario e una gratifica di congedo a tutti i soldati dell’esercito imperiale (sia ai legionari che agli ausiliari) con la creazione di un aerarium militare.
Con riferimento alle truppe ausiliarie Augusto offrì loro una paga quadrimestrale ed un equipaggiamento uniforme, pari a circa i 1/3 di quanto percepiva un legionario (che riceveva 225 denari annui), vale a dire attorno ai 75 denari annui. Un centurione percepiva circa 375 denari annui.
Il premio finale al momento del congedo, quasi fosse una forma di liquidazione moderna, era per i legionari pari a 3.000 denari, mentre ai pretoriani erano donati ben 5.000 denari.
Se dovessimo fare un parallelo un centurione guadagnava circa 700 euro al mese.

DIETA:

Uno degli aspetti meglio conosciuti della vita dei soldati romani era la loro dieta grazie alle note contenute nella Historia Augusta. Capisaldi della loro alimentazione erano certamente il grano e i legumi, al quale si aggiungevano saltuariamente le carni, soprattutto suine, per lo più essicate se consumate durante le campagne oppure sotto forma di lardo.
Altra cosa importante era la posca (acqua e aceto), una bevanda estremamente dissetante. L’aceto in questo caso poteva svolgere anche una lieve funzione disinfettante essendo l’acqua conservata in recipienti poco igienici.
Il soldato designato in guarnigioni stanziali poteva permettersi anche qualche lusso alimentare: in particolare gli preferiva alimenti sotto sale, condimenti come il garum e salumi. Gli scavi archeologici confermano che i militari romani che soggiornavano a lungo presso i forti consumavano grandi quantità di carne soprattutto ovine e caprine.

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